venerdì 5 dicembre 2014

Il paziente razzista, incazzato o razzista incazzato

Prima di tutto voglio precisare, anche se spero che siate abbastanza intelligenti da capirlo da soli, che per fortuna non tutti i pazienti, non tutte le persone, non tutti i tedeschi sono razzisti o pensano che lo straniero rubi il loro lavoro. 

Il razzista è quello che appena sente l'accento straniero, anche quando parli perfettamente tedesco meglio degli stessi tedeschi (ci sono medici stranieri che parlano benissimo e non hanno nulla da invidiare ad un madre lingua, l'unica "pecca" resterà sempre l'accento), ti guarda con aperto disprezzo.
Ti squadra dalla testa ai piedi e con una smorfia di chiaro disgusto sul viso ti chiede da dove vieni, o inizia a nominare a random i Paesi che schifa di più. Da dove viene? Russia? Polonia? Romania? Kazakistan? Ungheria? In genere sono i paesi dell'est europa e la Russia ad essere nella top ten del razzista.
Con la stessa smorfia schifata gli rispondi che vieni dall'Italia. Ed ecco il cambiamento.
AAAH, ITALIAAA! Urla sorridendo, e già ti odia meno. Da lì partono i classici luoghi comuni, , pizza, spaghetti, mafia, Berlusconi! Spesso preferirei dire che vengo dal Kazakistan.
Bella Italia
Naturalmente il razzista puro, una categoria per fortuna in minoranza, ma comunque presente, ti schifa a prescindere dal Paese di provenienza, l'italiano non gli sta più simpatico del rumeno o del sporco straniero ruba lavoro, o peggio, di quello che viene in Germania ad usufruire delle agevolazioni sociali per immigrati e vive sulle spalle degli onesti lavoratori.
russo. Nella sua testa si forma l'idea dello
Il paziente incazzato è invece quello che urla sempre con chiunque e per qualsiasi motivo. La camera è piccola, il medico è incompetente, l'infermiera non arriva subito quando suona il campanello, il cibo fa schifo. E' costantemente nervoso, irritabile e perde la pazienza per nulla. Non gli si può parlare, se si prova a scherzare la prende come un'offesa personale, se si è troppo seri non va bene, se si sta zitti pensa che non gli si dia importanza. Se non ha nulla di cui lamentarsi in ospedale, cosa rara, prende ad inveire contro le tasse, il tempo, il governo, la suocera, il caro vita e così via.

Il razzista incazzato infine è quello che, se la camera è piccola, il medico incompetente, l'infermiera lenta e il cibo fa schifo, è tutta colpa degli stranieri.

Le altre categorie di pazienti (work in progress)

giovedì 4 dicembre 2014

Il paziente rompicoglioni insopportabile

Non prendetela a male cari pazienti o parenti. Non leggetemi come se fossi un mostro che non capisce la sofferenza di chi giace in un letto d'ospedale, ma provate a capire che noi siamo anche esseri umani, e talvolta delle categorie di pazienti ci fanno davvero impazzire e perdere la pazienza. 
Il rompicoglioni insopportabile è il peggiore, è peggio anche del razzista incazzato per quanto mi riguarda. 

Quello che crede di essere l'unico paziente in ospedale, il principale, unico a soffrire ed aver bisogno di aiuto.
Quello che pensa che si lavori solo per lui, che medici ed infermieri non abbiano nulla da fare e possano stare dietro alle sue richieste (spesso assurde e inutili) tutto il tempo che a lui sembra necessario.

Quello che pretende di avere tutto il team ospedaliero a sua disposizione in ogni momento della giornata.
Quello che suona ogni 15 minuti per qualsiasi cosa, anche la più piccola puttanata.
Quello che quando sei in stanza solo per misurargli la temperatura (20 secondi contati) è capace di tenerti lì mezz'ora.
Quello che pensa, parla, agisce e chiede talmente lentamente che il tempo dovrebbe raddoppiare per poter fare tutto ciò che chiede.
Quello che vuole essere spostato il bicchiere d'acqua nell'esatta posizione che dice lui. Più a destra, più verso di me, più all'estero, no così è troppo. Ecco sì, così a lato va bene, ma meno a sinistra.
Quello a cui non frega nulla se, mentre sei ad adempiere inutili compiti nella sua stanza con la sua lentezza e secondo le sue regole di precisione, suonano altri 4 campanelli e tu sei l'unico che deve andare a rispondere.
Quello che ogni giorno ti chiede che medicina è quella pillola rosa quadrata, anche se ormai la prende da mesi.
Quello che pensa che tu debba uccidergli anche le zanzare in stanza, perchè è un tuo dovere. 
Quello che ha sempre e comunque ragione.
Quello che ti fa rifare tutto da capo se c'è un pelo fuori posto.
Quello che una volta che lo hai lavato, pulito, asciugato, vestito, messo il pannolone e rimesso a letto ti dice che deve andare in bagno. 
Quello che non è mai contento di nulla e ha da lamentarsi di tutto e tutti. La cucina, le infermiere, i medici, i medici stranieri, la tv, il caldo, il freddo, il letto scomodo, il tavolo piccolo, il compagno di stanza che russa, la poca libertà di movimento in ospedale.

Qualcuno dovrebbe dirgli che non sono in albergo o in vacanza, ma in ospedale!  

mercoledì 3 dicembre 2014

Il paziente demente

Con la parola "demente" non intendiamo offendere assolutamente nessuno, chi usa questo aggettivo in modo offensivo è semplicemente ignorante o stupido.
La demenza senile o morbo di Alzheimer, è una malattia degenerativa che colpisce soprattutto persone anziane, e talvolta anche giovani.
I pazienti dementi possono essere anche divertenti, dolci, premurosi, creativi, pieni di vita, aggressivi, irritanti.
Demente innamorato: è una signora che piange quasi tutto il giorno spaventata perché non sa dove si trova, non la calmano nè eventuali medicinali, nè infermieri, nè parole di nessun genere. Una signora che piange terrorizzata tutto il giorno perchè non riconosce il luogo dove si trova, nè le persone, finché non arriva il marito a trovarla e lei improvvisamente si calma. Lui si siede sul letto vicino a lei, le tiene la mano e anche se non dice nulla lei lo riconosce, non piange più, non ha paura di una stanza che non conosce e di persone continuamente nuove. Qualche volta l'amore va oltre la malattia; purtroppo però non sempre i malati affetti da Alzheimer o demenza riconoscono i propri cari.
Demente aggressivo: tu entri in stanza e per qualche motivo il paziente ti odia e ti aggredisce verbalmente e fisicamente. In quei momenti è meglio non avvicinarsi o lasciar provare ad un collega diverso.
Demente divertente: tu entri in stanza e ti chiede duemila volte la stessa cosa. E tu duemila volte gli racconti qualcosa di diverso, lasciando spazio alla creatività per non impazzire rispondendo sempre le  
stesse cose alla stessa domanda. E' anche quello che parla volentieri della propria vita e racconta fatti del passato costantemente; in più è premuroso e dolce con gli infermieri ed i medici, contento di avere compagnia, ogni volta che entri in stanza ti ringrazia anche per la visita.
Demente fuggiasco: lo trovi sempre pronto a scappare o ad escogitare piani di fuga per tornare a casa. Di solito è quello che vive in una precisa epoca del suo passato ed è convinto di dover tornare a casa per cucinare ai figli, dover andare a lavoro, o dover fare qualche attività quotidiana che ha segnato la sua esistenza da giovane. Questo pensiero fisso lo porta a voler ritornare a casa. 
Demente passivo: tu entri in stanza dopo 10 ore e lo trovi ancora lì, nella stessa esatta identica posizione come l'hai lasciato. E' quello che dimentica di mangiare, bere, andare al bagno, dormire e fare qualsiasi altra attività quotidiana. Ma è anche il più docile, tranquillo e facile da curare, perché ti segue e fa tutto quello che gli dici.  

Le altre categorie (work in progress)

martedì 2 dicembre 2014

Il paziente invidioso

Il paziente invidioso è quello che non può sopportare che tu dia più attenzioni al compagno di stanza piuttosto che a lui. Può darsi che il compagno di stanza abbia più bisogno di attenzioni e di cure; può darsi che ha chiamato per farsi aiutare in qualcosa o semplicemente per farsi portare un po' d'acqua. In ogni caso ogni volta che entri in stanza anche l'invidioso ha qualcosa da dire.
Ma cosa accade se in stanza ne mettono due invidiosi insieme?
Semplicemente che entri in un vortice senza fine, in un tunnel senza ritorno. Vai in stanza per misurare la pressione e ne esci dopo 40 minuti perché i due hanno qualcosa da chiederti, facendo rimbalzare le richieste come una pallina da ping pong tra l'uno e l'altro, spesso senza nemmeno darti il tempo di finire con il paziente con cui hai iniziato.
Infermiera devo fare la pipì.
Anche io devo fare la pipì.
Infermiera potrebbe portarmi una bottiglia d'acqua?
Anche io ho sete, mi riempie il bicchiere?
Voglio andare a letto, mi aiuta?
Quando ha finito anche io vorrei mettermi a letto.
Mi vorrei lavare i denti.
Uh, anche io vorrei lavare i denti.

E' mai possibile che questi abbiano sete, voglia di andare a letto, fare pipì, pulirsi e tutto il resto assieme?
Quando sono soli, o con altri pazienti autosufficienti, non hanno tutte queste richieste, stranamente non vogliono nemmeno più lavarsi i denti dopo ogni pasto. riescono a fare la pipì da soli, si riempiono il bicchiere con l'acqua senza aspettare che sia tu a farlo. 
Misteri della vita in ospedale!

Le altre categorie (work in progress)

lunedì 1 dicembre 2014

Categorie di pazienti

Nella nostra professione siamo in contatto con tante persone, tutte diverse tra loro, uniche nel loro genere, nella malattia, nella storia personale e nel carattere. 
Ma diciamoci la verità, ci sono delle categorie generali in cui si possono classificare bene o male tutti i pazienti. Ognuno ha il suo stile, il suo marchio, la sua caratteristica che lo colloca in una differente classe.