I temi trattati, le storie raccontate sono vere e vissute in prima persona da me o dai miei colleghi. Lo spirito del blog vuole essere divertente, amichevole e talvolta sarcastico, ma mai arrogante, cattivo, insensibile. Chi vive l'ambiente ospedaliero, circondato da dolore, paure e talvolta morte, sa che c'è bisogno di fare dello spirito anche sulle cose che agli occhi della gente possono sembrare terribili.
Nonostante il nostro spirito e la voglia di divertirci anche e soprattutto in situazioni tragiche, abbiamo il massimo rispetto per il paziente e il suo dolore.
Essere infermieri significa lavorare a
turni, essere responsabili, presenti, flessibili e avere a che fare
con milioni di pazienti senza meravigliarsi di nulla.
Essere un tirocinante significa
lavorare a turni, essere responsabile, presente, flessibile, avere a
che fare con milioni di pazienti, colleghi e capi cercando di
sopravvivere.
Essere un tirocinante è un'avventura,
esci di casa la mattina e non sai come e se ritorni a casa. Ma i
pazienti danno delle soddisfazioni che nessun elogio da un capo può
dare.
I pazienti sono la nostra linfa vitale,
il nostro pane quotidiano, il nostro pensiero fisso a volte.
E tu per loro non sei solo un
infermiere, tu devi essere un amico, un consulente, uno psicologo, un
tecnico, un elettricista, un esperto del tempo, della politica, dello
sport, del pettegolezzo.
Se hanno un problema con il telefono
chiamano te.
Se hanno un problema con la televisione
chiamano te.
Se si sentono soli chiamano te.
Se sono spaventati chiamano te.
Se non hanno capito cosa ha detto il
medico chiamano te.
Se voglio aprire la finestra, accendere
il riscaldamento, bere, mangiare, dormire, ammazzare le zanzare,
essere presi qualcosa dall'armadio loro chiamano te.
Le avventure di uno schiavo che sta
diventando infermiere non hanno limite, e quando tutto ciò avviene
in terra straniera è ancora meglio.
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